G102T09 Riccione - S.Marino

I massaggiatori della UAE-Emirates fremono sotto il gazebo allestito poco oltre l’arrivo. La pioggia sembra aumentare minuto dopo minuto, e ogni volta che sembra aver raggiunto la sua portata massima, ecco che uno scroscio improvviso, appena più rumoroso dei precedenti, annuncia un nuovo livello di intensità. Dai bordi del gazebo scendono rivoli paralleli che formano una barriera d’acqua intorno al piccolo spiazzo quadrato. Un fulmine caduto da qualche parte sul Monte Titano anticipa lo spegnimento di uno dei due schermi televisivi, che qualche secondo dopo si riaccende sintonizzato a tutto volume su un canale di musica dance. Più che seguirla, da qui si può al massimo intuire la cronometro. 

I massaggiatori di Conti intuiscono in qualche modo che Valerio sta per farcela: il suo vantaggio su Roglič si è eroso con un ritmo pari quasi a quello del temporale, ma non si è del tutto consumato. Adesso tocca andare a recuperare lui e le sue insegne dalla tempesta di cui sono diventati componenti indistinguibili. Conti arriva sul traguardo di San Marino come un punto luminoso tra gli scrosci; più che il rosa la sua aura riflette il giallo dei fari della scorta.

Riemerge qualche minuto dopo dalla hall dell’Hotel Joli, trecento metri dopo la linea d’arrivo, che si è trasformato questo pomeriggio in una sorta di ricovero per corridori, massaggiatori e giornalisti infeltriti. Conti si è asciugato, si è cambiato e sta per venire a spiegare che negli ultimi chilometri non riusciva a vedere nulla a dieci metri davanti a sé, tanta era l’acqua. Che ha sentito distintamente i tuoni e che era molto teso, ma che ha preferito non prendere troppi rischi perché quello che contava era conservare la maglia che ha ora indosso – che poi altro non è che una versione asciutta di quell’altra che la pioggia picchiettando per quasi un’ora gli ha incollato intorno al busto per qualche altro giorno ancora. 

Perché questo Giro, come San Marino stessa, è uno stato d'altri tempi: è governato da due Capitani Reggenti che sono destinati a succedersi al comando. Uno – Conti – è transitorio, anche se nel futuro gli piacerebbe tornare per vincere. L'altro – Roglič – ha in mano il numerino successivo della lista d'attesa, ed è pronto a raccogliere la responsabilità di governo. È lui adesso il favorito del Giro 2019, che ha scavallato oggi la prima parte della sua storia. La seconda parte sarà quella di una guerra di successione, di una monarchia da conquistarsi tra montagne ben più insidiose del Titano, vette dove si aggirano molteplici specie di rapaci, non di rado perfino qualche squalo. (LP-FC)

 

 

La foto di copertina ci è stata gentilmente donata da Giovanni Vanacore, che ringraziamo.

 

 

 

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