[Kings of Bidons] Salvatore Puccio
Schiena, pancia, tasche, dappertutto. Salvatore Puccio non ha una destinazione precisa per le borracce che quotidianamente trasporta: «Ne prendo prima una per ciascuno dei compagni, poi qualcun’altra in più, finché ce ne stanno». Professionista dal 2012, sempre nella stessa squadra (il Team Sky, che da qualche settimana si chiama Team Ineos), ha vestito per un giorno la maglia rosa (nel 2013, quasi per caso: la sua Sky vinse la cronosquadre e lui si ritrovò leader grazie al piazzamento del giorno prima) ma per il resto è sempre stato un gregario: «Da giovane ho vinto diverse corse, ma quando passi al professionismo le cose cambiano. Devi trovare il tuo ruolo, la tua dimensione. Non si tratta di accontentarsi, ma di trovare soddisfazione in quello che si fa». E Puccio è soddisfatto: «Mi piace aiutare i miei compagni, soprattutto quando vincono... In questa squadra per fortuna capita spesso».
Salvatore, per brevità Salva, sorride spesso e volentieri. Infila una battuta in ogni risposta, con un accento che la lontananza da casa ha stemperato appena. Originario di Menfi, litorale agrigentino, ha cominciato ad andare in bici a sette anni: suo fratello aveva disputato qualche gara locale, poi i giochi della gioventù. «Era il 1997, Pantani vinceva e tutti guardavamo la tv. Ne è passato di tempo…» Pochi anni dopo si trasferì con la famiglia ad Assisi, dove suo padre, autotrasportatore, aveva trovato lavoro nell’ambito della ricostruzione successiva al terremoto dell’Umbria. Da allora la sua vita è stata quasi solo bicicletta: «Facendo questo sport è difficile curare altre passioni. Ci alleniamo tanto, e quando possiamo riposarci lo facciamo in modo totale».
Non ha ancora compiuto trent’anni, ma nella Ineos del Giro 2019 Salvatore è comunque tra i più esperti: «Fortuna che c’è Christian (Knees, 38 anni) a non farmi sentire troppo vecchio». È anche uno dei più apprezzati dai compagni: «Non faccio nulla di particolare per farmi voler bene. Cerco semplicemente di essere dinamico nei miei atteggiamenti, di adattarmi alle esigenze dei più grandi come a quelle dei più giovani. Io dentro di me mi sento ancora piccolo, dunque in questa squadra mi trovo bene».
L’età media della Ineos è la più bassa della Corsa Rosa, con i tre potenziali leader della squadra nati tutti tra il 1995 e il 1997: «Tao (Gheoghegan Hart) è un chiacchierone, un giocherellone. Pavel (Sivakov) è più timido e riservato. Iván (Sosa) è ancora tutto da scoprire». E i campioni che andranno al Tour? «Chris (Froome) è una persona intelligentissima, non molla mai. Un esempio. Geraint (Thomas) è più rilassato, tranquillo. Se casca il mondo lui si sposta». Oggi è giorno di riposo, Puccio ne approfitterà per prepararsi a una seconda parte di Giro complicata, zeppa di montagne: «Quando vado in salita non riesco a pensare a nulla. Anzi a una cosa sì: ad arrivare in cima». (LP)