Tarallucci e Giro: 13 maggio

Tarallucci e Giro è una raccolta mattutina di appunti del giorno prima. Un deposito di cose viste e sentite, dette e scritte. Per fare ordine, ma in qualche caso anche per aggiungere. 

Qui dentro si mischiano stili e riferimenti senza ritegno. Ci finiscono dentro pagelle e borracce, piccole analisi e brevi racconti, qualche foto e un buon numero di citazioni. Cominciamo.

*

Ieri, 13 maggio, terza tappa del Giro d'Italia, abbiamo parlato di:

- Awet Gebremedhin, gregario della Israel Cycling Academy, in Kings of Bidons, lo spazio riservato ai portaborracce;

- la non-vittoria di Fernando Gaviria e il vento di Orbetello nello spunto post-tappa;

- tutto il resto (più o meno) nel terzo episodio di Giroglificiil nostro podcast dedicato al Giro.

Se non ne avete ancora abbastanza, qui di seguito qualche aggiunta.

 

LA MUSETTE DEL GIORNO

Borraccia piena: Matteo Moschetti, 23 anni da compiere, è arrivato 4°. In una volata di gruppo, al suo primo Giro d'Italia, contro avversari di primissimo livello. Senza il cambio di traiettoria di Viviani avrebbe persino potuto piazzarsi più in alto. Ma non è escluso che lo faccia presto - sempre che qualcun altro non gli tagli la strada.

Borraccia a metà: lo stesso Fernando Gaviria considera la sua una vittoria "a metà", e probabilmente non va lontano dal vero. Sulla carta è stato lui il vincitore della terza tappa, ed effettivamente è sembrato in crescita rispetto allo sprint Fucecchio. Ma nel confronto diretto con Viviani, sul piano del puro spunto veloce, ha perso: Gaviria, che è uno molto esigente con se stesso, giustamente non può ritenersi completamente soddisfatto.

Borraccia arrabbiata: questo sarebbe lo slot della "borraccia vuota", tuttavia Elia Viviani più che vuoto (altroché: la volata probabilmente l'avrebbe vinta anche senza cambio di traiettoria) è sembrato soprattutto arrabbiato. Troppo arrabbiato.

Borraccia escoriata: Theo Gheoghegan Hart è caduto nella tappa di Orbetello. Conseguenze fisiche minime, conseguenze sulla classifica importanti: un minuto e 28 secondi di ritardo rispetto agli uomini di classifica.

 

VISTO AL GIRO

Fantasmi a Vinci

Quello a sinistra è Leonardo e va bene... ma Yoda?!

Non tutti sanno che

La casa di Leonardo non si trova a Vinci ma in una sua frazione (Anchiano). E dal cortile dell'abitazione si vede questo:

Le maestre di Vinci

Sono spiazzate dal clima. "Noi veniamo dalle scuole, usiamo la carta. Però con questo vento abbiamo dovuto ripensare tutto all'ultimo". Il dialogo si interrompe subito, perché è il caso di dare una mano alle due tifose-docenti a spostare bandierine e striscioni al sicuro, sulle grate.

Certo che hanno una bella scuola a Vinci, sarà il caso di farglielo notare. "Scuola? No, no. La scuola non è sul percorso, questo è un bed&breakfast".

A Certaldo

Anche il redivivo Boccaccio saluta il Giro d'Italia (con tanto di sneakers rosse ai piedi).

Il cielo della Maremma

Si allarga all'improvviso. Nell'attraversamento della Toscana da nord a sud, è impossibile non accorgersi del salto di prospettiva tra la provincia di Siena e quella di Grosseto. Nel transito dalla prima alla seconda tutto sembra diventare più ampio, più orizzontale. Quando, deviando verso la costa, appare in lontananza il mare, il passaggio è compiuto.

Le curve tortuose che segnano per lunghi chilometri il confine si trasformano via via in ampi rettilinei. I boschi diventano praterie e le cascine evolvono in centri abitati. E il suiver del Giro conclude insieme a Luciano Bianciardi che "Tu credi, europeo marcio, di amare il deserto, la natura, la campagna, ma poi dici finalmente quando ricompaiono i segni dell'odiata civiltà".

 

SENTITO AL GIRO

«C'è un mio amico che sosteneva che le mucche non possano correre».
(Andrea De Luca, telecronista RaiSport, commentando delle mucche che correvano)

«Cosa fai nella vita oggi? Faccio il gelato».
(Dialogo tra Philippe Brunel, opinionista de L'Equipe, e Paolo Fornaciari, ex-gregario di Cipollini e oggi gelataio di Borgo a Buggiano, Pistoia)

«Tifa Sbaragli e non sbagli».
(Uno delle decine di striscioni avvistati a Castelfiorentino)

«Potrebbe essere stata una raffica di vento a spostare Viviani».
(Alessandra Sensini, velista maremmana, ospite del Processo alla Tappa)
 

 

 

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