Tarallucci e Giro: 18 maggio
Tarallucci e Giro è una raccolta mattutina di appunti del giorno prima. Un deposito di cose viste e sentite, dette e scritte. Per fare ordine, ma in qualche caso anche per aggiungere.
Qui dentro si mischiano stili e riferimenti senza ritegno. Ci finiscono dentro pagelle e borracce, piccole analisi e brevi racconti, qualche foto e un buon numero di citazioni. Cominciamo.
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Ieri, 18 maggio, ottava tappa del Giro d'Italia, abbiamo parlato di:
- Markel Irizar, gregario e radio umana della Trek, in Kings of Bidons, lo spazio riservato ai portaborracce;
- la duttilità di Caleb Ewan e gli ombrelloni ancora chiusi nello spunto post-tappa;
- tutto il resto (più o meno) nell'ottavo episodio di Giroglifici, il nostro podcast dedicato al Giro.
Se non ne avete ancora abbastanza, qui di seguito qualche aggiunta.
LA MUSETTE DEL GIORNO
Borracce antivento: Marco Frapporti e Damiano Cima sono due che quando non sanno cosa fare vanno in fuga. Quando sanno cosa fare invece è perchè devono andare in fuga. Quella di oggi era la tappa più lunga del Giro, 239 chilometri, e vuoi non passarli in fuga? Magari avrebbero gradito un po' più di compagnia, ecco... Ma per la compagnia servono altri così, e non sono tanti.
Borraccia da conversazione: Sembra che Giulio Ciccone vada all'attacco per prendere i punti dei GPM, ma in realtà ci va perchè gli piace la compagnia, specie se è ristretta. In gruppo c'è troppo caos, mentre in fuga Ciccone chiacchiera, esibisce cordialità e doti dialettiche. Ieri ci ha provato con Louis Vervaeke e François Bidard; oggi invece c'è la crono e gli toccherà intrattenersi da solo.
Borraccia saettante: Più le corse sono lunghe, più Caleb Ewan diventa letale. Più gli arrivi sono tortuosi, più Caleb Ewan diventa letale. A Pesaro sceglie la ruota di Ackermann come lasciapassare, lo supera di slancio all'ultima curva e tutti gli altri non li lascia passare.
Borraccia frenante: La volata di Pesaro aveva una sola regola, in teoria: bisognava entrare in testa nell'ultima curva. Pascal Ackermann ci riesce alla perfezione, sembra pronto a suggellare un inizio di Giro da dominatore, invece la strada gira e le sue gambe restano di là, nel lungo rettilineo appena abbandonato.
VISTO AL GIRO
Oggettistica locale
Nelle aree di servizio delle Marche si vendono perlopiù souvenir dedicati agli Indiani d'America. Un perchè ci sarà, contiamo di scoprirlo al Giro 2020.
Con tanto dispiacere
La lavanderia La Modernissima di Pesaro ha chiuso, dopo 38 anni di onorato servizio. Non sappiamo quando chiuderemo anche Bidon, ma speriamo di riuscire quel giorno a lasciare un messaggio altrettanto genuino e affettuoso.
La bici di Conor Dunne, campione nazionale irlandese
Alto 204 centimetri, fa sembrare quelle dei suoi compagni una specie di giocattoli per bambini.
SENTITO AL GIRO
«Dopo Valentino Rossi a Tavullia c'è la Milena».
(striscione all'ingresso di Tavullia, paese natale del motociclista)
«Guardate come saltano lo spartitraffico. Sembrano dei camosci. Siamo in Romagna ma sembra di stare nella savana africana».
(Andrea De Luca e quell'ambizione nemmeno troppo nascosta di presentare Kilimangiaro)
«Bob Jungels è un grande finissore».
(Andrea De Luca che si accontenterebbe anche di un posto all'Accademia della Crusca)
«La bicicletta ti trasforma da Homo Sapiens a Homo Sapiens Ciclisticus».
(Andrea De Luca che ormai è il padrone incontrastato di questa rubrica)