G102T10 Ravenna - Modena
Appuntamento all’una e quaranta su via Diaz subito dietro la macchina di Mauro Vegni, una Škoda rossa col tettuccio aperto, non puoi sbagliarti. Ci mettiamo lì dietro, ci facciamo cinque chilometri dentro Ravenna, tranquilli, come se nulla fosse, fingiamo di essere due turisti qualsiasi in cerca dalla tomba di Dante e dei mosaici di Galla Placidia, l’hai mai visto quel cielo stellato? Poi appena il direttore sbandiera noi acceleriamo: né io né tu abbiamo mai corso il Giro prima, ma se ho capito come funzionano certe tappe vedrai che oggi nessuno avrà troppa voglia di venirci dietro. Una visita guidata personalizzata, solo io e te, non mi servirà nemmeno un ombrellino per farmi riconoscere: all’inizio mi segui e basta, poi dopo ti metti in testa anche tu, certo, mentre io continuo a dirti qualcosa di questi luoghi, sarà questa la tariffa giornaliera per il mio servizio, in giorni come questo qualche cambio ben fatto è la giusta paga.
Luca Covili, 22 anni, da Pavullo nel Frignano, e Sho Hatsuyama, 31 anni, da Sagamihara. Covili, appassionato di ciclismo al punto da non sapere cosa sarebbe della sua vita senza bicicletta, e Hatsuyama, appassionato di turismo al punto da autodefinirsi reporter di viaggio - oltre che ciclista. Covili che passa per primo a Bagnacavallo: Passator cortese. Hatsuyama che ha finalmente trovato un compagno di viaggio: Esplorator giapponese. Una fuga che è una gita d’istruzione: benvenuto in pianura, Sho. Un’infinità di rotatorie, cartelli e capannoni, una ragazza al galoppo, il Reno. Un uomo che prende il sole in un prato. Al Giro dopo il diluvio è arrivato il primo caldo, perché la via Emilia è piatta come un fuso ma la primavera no.
La Rocca di Lugo, l’ocarina di Budrio, Crevalcore. Covili guida Hatsuyama per tre ore, dopodiché la coppia più improbabile del Giro viene ripresa. Prima dell’arrivo, com’è d’uopo, anche perché l’arrivo è piazzato giusto accanto a un Burger King, e Covili ha appena finito di parlare a Hatsuyama di lambrusco, tortellini e tigelle: non sarebbe il caso di rovinare tutto.
Uno spuntino al fast food a dirla tutta se lo risparmierebbe volentieri anche Arnaud Démare, che nel cortile di casa sua, a Beauvais, coltiva un piccolo orto come ha imparato dal padre: «Provo a mantenermi così, con uno spirito bio», ha detto una volta. Démare assaggerebbe qualcosa di genuino, dunque, tuttavia il più delle volte i velocisti azzannano quel che capita, quando avvertono quel languorino insistente. Guarnieri apparecchia una tavola senza Ackermann e Démare sbrana la sua prima vittoria stagionale come fosse un panino unto e insalubre, ma appetitoso.
Dopo un po’ arrivano anche Covili e Hatsuyama, e la poesia dell’avventura immaginata si arrende di colpo alla concretezza del vissuto. Ma allora tu e Luca di cosa avete parlato in tutto questo tempo insieme, Sho? «Ci siamo messi d’accordo per pisciare». (LP-FC)
PS - Anche oggi la foto non è opera nostra, ma è stata condivisa su Twitter dal "mitico" Renaat Schotte. Di fughe, cibo, fame e tanto altro si parlerà questa notte nella nuova puntata di "Giroglifici".
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