Fonzi è già arrivato
Articolo pubblicato la prima volta il 28 maggio 2017, giorno dell'ultima tappa del 100° Giro d'Italia, sulla pagina Facebook di Bidon.
Quintana e Dumoulin non sono ancora partiti, ma Giuseppe Fonzi è già arrivato. È stato il primo a partire dall’autodromo di Monza, il secondo ad arrivare in piazza Duomo: Marcin Bialoblocki, partito un minuto dopo di lui, l’ha superato dopo appena 10 chilometri.
Fonzi è la maglia nera del 100° Giro d’Italia. Più che maglia, giubbotto: stamattina la sua fidanzata gli ha regalato una giacca in pelle, lui se l’è messa addosso e ha tirato fuori i pollici. Perché, hey, è Fonzi(e).
Ultimo da Montefalco fino a Milano; prima era penultimo, poi Pelucchi s’è ritirato. Ultimo per necessità, ultimo per intrattenere il pubblico e ultimo anche un po’ per scelta. Per una settimana il suo primato è stato insidiato da un suo compagno di squadra, poi un giorno Fonzi ha detto a Koshevoy di andare in fuga e guadagnare qualche minuto, ché tanto per l’ultimo posto non ci sarebbe stata storia.
Dice che arrivare a Milano è un sogno, è come la prima corsa in bici della sua vita: suo padre gli disse di stare attento a non farsi male, lui sbagliò una curva e fece cadere altri dieci bambini, ma non si fece nulla. Ha perso due chili durante il Giro, non sa ancora cosa mangerà stasera, ma certamente tanto. Confessa che in cima allo Stelvio ha visto la Madonna, ma che l’ha vista anche molto più in basso. Dice che se il suo Giro fosse una canzone sarebbe “Una vita da mediano”; se fosse un film, Interstellar: “a volte era come stare in un’altra dimensione”.
Gli abbiamo chiesto un aggettivo per descrivere la borraccia, ne ha portate un bel po’ in tre settimane. Ci ha risposto con un sostantivo, ma va bene lo stesso: la borraccia è amicizia.