[Paris-Roubaix 2022] Per Elisa

Per Elisa Longo Borghini il ciclismo è una questione di famiglia: «A casa dei miei il televisore era sempre acceso su Raisport, anche quando c'era il biliardo».

La Parigi-Roubaix è sempre stata spaventosa, per Elisa: «I ricordi più nitidi, quelli delle cadute e della terra che tiravano su i corridori». Ma anche un sogno: «Un sogno che ho sempre ritenuto realizzabile».

Per Elisa i sogni si realizzano con la tenacia: «Questa primavera ho avuto la sinusite, non respiravo bene, era frustrante. Mi sono fermata e mi sono curata. Un passo indietro per farne due in avanti». Ci vuole una testa dura come il legno: «Per questo al traguardo mi sono picchiata tre volte sul casco... Sono testarda, molto testarda». Anche se non c’è poi troppo da preparare, in una corsa come la Roubaix: «Bisogna abbracciare il caos e sapere che si sfiderà l’ignoto».

Per Elisa allora non contano molto le stellette (quelle della difficoltà dei tratti in pavé: appena due quelle di Templeuve-en-Pévèle, a trentadue chilometri dall’arrivo, dove è partita senza più voltarsi indietro); contano molto di più le sensazioni: «Ho fatto tutto di puro istinto. Appena la fuga è stata ripresa ho pensato che la cosa migliore fosse attaccare. E sono andata, a tutta».

Per Elisa la Roubaix è una lunga transizione: «Prima vivi l'inferno e poi, quando entri nel velodromo, ti trovi nel paradiso dantesco». Quel paradiso, per Elisa, va condiviso: «Con papà, mamma, amici, fidanzato, nipoti». E con la squadra: «Avrei voluto portare tutte le mie compagne sul podio con me. Sono convinta che per formare una squadra si debba conoscere non solo le atlete, ma anche le persone che stanno sotto al casco e agli occhiali».

Per Elisa, in fondo, il ciclismo non è una cosa così complessa: «Se mi sento bene, vinco». Ma per Elisa, che da ragazzina riempiva i quaderni con i risultati delle corse e delle tappe, il ciclismo è anche un modo per lasciare il segno: «Da domani avrò una targhetta sulle docce del velodromo. E mi fa ridere, perché in mezzo a tutti quei campioni ci sarò io, che sono solo Elisa da Ornavasso».

 

(Testo a cura di Leonardo Piccione e Filippo Cauz. Foto in copertina: Tornanti.cc)

 

 

 

 

Categoria: