[Roubaix 2021] Al primo appuntamento

  • Di:
      >>  
     

    Scalatore da bancone, pistard da divano. Ama il rumore, i bratwurst, dormire e leggere seduto sul water. Ha visto il volto di Dio in tre occasioni: una volta era Joey Baron, le altre due Laurent Jalabert.

La storia di Denain, cittadina di ventimila abitanti nel Nord della Francia, non è segnata da avvenimenti epocali. Nei 1200 anni trascorsi dalla fondazione dell'abbazia di Saint Remfroye, intorno a cui si sarebbe sviluppato il primo villaggio, e l'apertura delle miniere di carbone a cui si deve la popolazione attuale, l'unico grande evento accaduto è la Battaglia di Denain, che nel 1712 vide l'inizio della controffensiva francese durante la Guerra di Successione. Fu in quell'occasione che Voltaire lodò l'audacia dell'esercito francese a Denain, finendo così per essere adottato dalla città. Persino la squadra di pallacanestro locale si chiama Voltaire, a sottolineare quell'unico, piccolo appuntamento con la Storia.

Oggi però Denain è entrata anche nella storia del ciclismo. Forse in maniera un po' anonima, ma è da qui che è cominciata la prima Parigi-Roubaix femminile, una corsa a lungo desiderata e altrettanto a lungo attesa, diciotto mesi dopo la sua data originaria. Una trepidazione prolungata per cicliste e appassionati, culminata in una giornata di pioggia e fango che alla Roubaix mancava da quasi un ventennio.

Non si sa se Lizzie Deignan, che della città di partenza potrebbe dirsi quasi omonima, avesse in mano un libro di Voltaire prima del via della Roubaix. Si era messa a leggere per ingannare la lunga attesa, ma presto le si sono chiusi gli occhi per un breve sonnellino. Il motivo? Era completamente rilassata. Mentre tutto il mondo del ciclismo fremeva davanti a una giornata epocale, lei si appisolava.

Assistere alla nascita di una nuova corsa è un momento unico, figurarsi quando ciò che sta nascendo è già un monumento. È la Storia che si fa reale, palpabile nell'istante.

Se fosse stato Voltaire il libro tra le sue mani sonnolente, Deignan avrebbe potuto leggere che la Storia altro non è che un costante progresso, e che a muovere questo progresso sono gli umani, grazie alla loro continua scoperta. La prima Roubaix femminile è qualcosa di più di un progresso, per la storia del ciclismo appare come una rivoluzione. In tante l'hanno sognata e inseguita, ma Lizzie Deignan ha semplicemente anticipato di un po' l'appuntamento. Ha preso in testa il primo settore, si è girata e non c'era nessuno, e così è stato per 80 chilometri: l'attacco più lungo della sua carriera, più lungo anche delle fughe vincenti dei grandi interpreti della Roubaix di questo millennio.

Era un primo appuntamento, e Deignan ci è arrivata rilassata. Sapeva bene che non c'era molto da preparare, bisognava solo «abbracciare il caos e sapere che si sfiderà l'ignoto», come ha detto Elisa Longo Borghini al traguardo. Senza scomodare Voltaire, potrebbe essere un'altra, ottima, descrizione della Storia. Quella che oggi ha fatto un balzo in avanti, con un nome sulla prima riga, da cui ripartire.

 

(Foto in copertina: Tornanti.cc)

 

 

 

 

Categoria: