Il risotto del Turchino

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    Scalatore da bancone, pistard da divano. Ama il rumore, i bratwurst, dormire e leggere seduto sul water. Ha visto il volto di Dio in tre occasioni: una volta era Joey Baron, le altre due Laurent Jalabert.

Gigi detto l'Auriga si affaccia tra i salumi e il risotto ai porcini. Prima di essere auriga, Gigi è stato cuoco e allevatore di maiali. Prima ancora, cronometrista di corse ciclistiche. Solo dopo auriga, ovvero guidatore di una delle auto al seguito del Giro d'Italia, al servizio della Gazzetta e dei suoi inviati più curiosi: è stato Claudio Gregori a parlarci per la prima volta di Gigi, che «in discesa doveva andare come una scheggia per non essere superato» (in "Chissà che l'utopia non vinca").

Dopodiché Gigi è tornato ai fornelli e ai maiali. «Sono un salumiere clandestino», precisa strizzando l'occhio e allungando un'altra fetta di salame. Più di 20 anni fa qualcuno tra gli organizzatori del Giro suggerì a Gigi, già ex-auriga, di organizzare un ritrovo lungo la strada della Milano-Sanremo. Modalità, collocazione e menu da decidere. Gigi pensò che sarebbe stata una buona occasione per far assaggiare i salumi nuovi. La Sanremo d'altra parte segna l'uscita dall'inverno, e la nuova stagione è il momento giusto per andare a vedere cosa ne è stato dei maiali appesi ad invecchiare nelle cantine e spazzolati con cura ogni settimana, per togliere le muffe e far respirare il budello. Una cura paragonabile a quella che i corridori devono dedicare al proprio corpo, conservandolo in buona forma durante l'inverno, pronti a far esplodere i muscoli sulle strade delle classiche di primavera.

Da allora Gigi piazza ogni anno due tende a Masone, provincia di Genova, chilometro 139 di gara. Masone non è solo uno dei luoghi più piovosi d'Italia, è soprattutto il comune che precede lo scollinamento del Turchino: poco più avanti si imbocca quel tunnel dove si entra in inverno e si esce a primavera. Ma è anche la zona del primo rifornimento della Sanremo. Mangiano i corridori e mangiano i suiveur, i tifosi, i giornalisti, persino la direzione di corsa. Non più solo salumi. Con l'accrescere dei commensali è divenuto necessario arricchire il banchetto. Da allora a Masone il giorno della Sanremo si mangia il risotto ai funghi di Gigi, che non sarà più auriga ma continua ad essere cuoco. Al risotto, che riempie sino a 200 piatti, si sono aggiunti il vino e i fagioli, con o senza pasta.

Passano i fuggitivi e Gigi rimesta nel pentolone. Passa il gruppo e Gigi è ancora lì, attento al suo risotto. I ciclisti tirano dritto; tutti gli altri si fermano e mangiano, un piatto e un bicchiere non si negano a nessuno. Applausi, Sanremo chiama. Pochi minuti dopo il passaggio le tende sono smontate e ciascuno ha preso la propria strada: chi per Sanremo, chi per Milano, chi a metà, per Pavia o Genova. Gigi l'ex-auriga verso la prossima Sanremo, con nuovi salumi e ancora più risotto.

 

 

 

 

 

 

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