Tarallucci e Giro: 12 maggio
Tarallucci e Giro è una raccolta mattutina di appunti del giorno prima. Un deposito di cose viste e sentite, dette e scritte. Per fare ordine, ma in qualche caso anche per aggiungere.
Qui dentro si mischiano stili e riferimenti senza ritegno. Ci finiscono dentro pagelle e borracce, piccole analisi e brevi racconti, qualche foto e un buon numero di citazioni. Cominciamo.
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Ieri, 12 maggio, seconda tappa del Giro d'Italia, abbiamo parlato di:
- Sho Hatsuyama, gregario della Nippo Fantini, in Kings of Bidons, lo spazio riservato ai portaborracce;
- la vittoria di Pascal Ackermann e le peculiarità degli esordi nello spunto post-tappa;
- tutto il resto (più o meno) nel secondo episodio di Giroglifici, il nostro podcast dedicato al Giro.
Se non ne avete ancora abbastanza, qui di seguito qualche aggiunta.
LA MUSETTE DEL GIORNO
Borraccia piena (schiumante): Pascal Ackermann ha vinto la prima volata cui ha preso parte nella prima grande corsa a tappe della sua carriera: per il tedesco una borraccia piena, pienissima, con la schiuma che cola giù dall'orlo. Borraccia colma anche per tutta la sua squadra (Bora-Hansgrohe), con menzione speciale per il tenente Selig, gregario inappuntabile per tutta la tappa e infine 10° nell'ordine di arrivo.
Borraccia a metà: La distanza tra un secondo posto e una vittoria è la stessa che c'è tra una borraccia a metà e una borraccia piena (famoso proverbio di nessun popolo del mondo). Elia Viviani ha perso ma c'è, e c'è soprattutto Mikkel Honoré, il suo gregario più impressionante: il giovane danese legge Aristotele e ha una capacità innata di chiudere sulle fughe. Il nesso tra le due cose non appare troppo evidente, ma tant'è.
Borraccia vuota: Prima una foratura, poi la cronica allergia alle salite: Jakub Mareczko ha mancato il primo appuntamento con la volata, unico vero assente tra i favoriti della vigilia.
VISTO AL GIRO
Qualcuno sulla salita di Castra
Aveva chiaramente bisogno di Bidon.
Molti complimenti
Al Ferruzza per la vittoria nel torneo di calcetto delle contrade di Fucecchio 2019. Un successo netto, con un clamoroso filotto di vittorie dall'esordio sino ai rigori della finalissima, in diretta Facebook.
È primavera inoltrata
E Will Clarke vuole farsi trovare pronto alla prova costume (foto di Tornanti.cc)
Mastromarco è una strada
Due file di case subito fuori Lamporecchio. Case basse, distanziate tra loro, pittate di tinte chiare - variazioni del giallo soprattutto -, mai troppo cariche, tenui quanto le pendenze dei declivi su cui poggiano. La moderazione delle forme e dei colori della strada fa da contrappunto alla sovrabbondanza degli uomini e delle donne che l’hanno infarcita di bandiere, fazzoletti, striscioni, parrucche, rumori, squali. Soprattutto squali.
A Mastromarco Vincenzo Nibali è cresciuto come uomo e come corridore. «L’abbiamo allevato», racconta Sandra con l’aria di chi si divide in parti uguali tra il desiderio di svelare e la necessità di serbare. Ha lavorato per anni in una fabbrica di scarpe destinate all’esercito, poco lontano da Mastromarco.
Adesso è in pensione e aspetta il Giro: «Dopo anni di trasferte in tutto il mondo a veder correre Vincenzo, oggi finalmente è lui che passa da noi». Vincenzo che oggi non vincerà ma che magari vincerà il Giro; che ogni volta che vince “ti innamora", " ti strappa il cuore" - e viene a far festa al bar di Mastromarco. Vincenzo che è un ragazzo «onesto, educato e semplice». (LP)
A Mastromarco tutti i ciclisti vanno forte
E il loro segreto pare vada cercato nell'alimentazione. I marginal gains di questa frazione di Fucecchio risalgono al 1300, quando le monache di Santa Brigida si sbagliarono nel preparare l'impasto per le ostie. Venne però fuori una cosa nuova, buona, e così rimase. Si chiamano brigidini per quello, per Santa Brigida.
Oggi i brigidini "rendono Lamporecchio famosa nel mondo", dicono con una punta d'orgoglio gli abitanti locali, ma soprattutto sono una scorta di energia naturale: "uova, zucchero e farina: roba sostanziosa". Vincenzo Nibali ne va ghiotto, ma suo fratello Antonio di più. Specie di quelli in edizione limitata al cioccolato, "tipo variegato, spennellato sopra".
Lo spiega il più caldo tra i tifosi dello Squalo, il quale indossa una parrucca riccioluta extra-large che ricorda un giovane Maradona. In realtà è perchè "i cannibali avevano i capelli così". I CanNibali sono ovviamente i tifosi di Vincenzo, e hanno sede poco più avanti, al Bar degli Schizzati.
L'aria sudamericana comunque si respira nei colori dello striscione e del rione: Poggio Argentale è blu e giallo, proprio come il Boca. Uno striscione gigante suggerisce che questa è la Bombonera. Le casse sono pronte ad essere accese, suoneranno "Mamma" in occasione del secondo motivo di festa di questa domenica. «Peccato essere passati da Mastromarco come delle frecce, senza il tempo di salutare nessuno», ha detto Nibali dopo il traguardo. «Una volta al giro si facevano un po' di pause in più». (FC)
SENTITO AL GIRO
«Tra poco entreranno in azione le squadre dei velocisti, tra cui la Cofidis di Nacer Bouhanni».
(Emanuele Dotto, cronista di RadioUno. La Cofidis non è stata invitata al Giro d’Italia – e non lo sta correndo sotto mentite spoglie)
«Il gruppo in questi saliscendi scende».
(Marco Saligari, motocronaca RaiSport)
«Tanto si sa che quando passano l’è un attimo».
(tifosi in attesa del passaggio del Giro sulla salita di San Baronto)
«Addobbi pronti ma non c'è Giro senza Visconti».
(striscione sulla discesa del San Baronto)