[Yorkshire2019] Sapore diverso

  • Di:
      >>  
     

    Scalatore da bancone, pistard da divano. Ama il rumore, i bratwurst, dormire e leggere seduto sul water. Ha visto il volto di Dio in tre occasioni: una volta era Joey Baron, le altre due Laurent Jalabert.

Il negozio di dolci più antico del mondo sta in un angolo della strada principale di Pateley Bridge, un villaggio di duemila abitanti nelle Yorkshire Dales. Una vetrina e una porta, al piano basso di un’antica casa in pietra. Dal 1827 lì intorno si rincorrono le brame di frotte di bambine, attratte dagli aromi zuccherosi che impastati con l’aria umida della campagna. La soglia della bottega è una specie di porta verso il mondo dei sogni, ma non sempre è spalancata. Castighi, brutti voti, visite dentistiche o mancette negate hanno spesso fatto di quella porta una barriera, un risveglio brusco.

Quando questa mattina il gruppo è transitato davanti alla bottega di Pateley Bridge era trascorsa un'ora di gara soltanto, eppure in testa erano già solo in 35, selezionate dalle pendenze di Norwood Edge e dal desiderio di acciuffare i colori che agitano i sogni come caramelle dolcissime. «Vincerà quella che avrà sofferto di più», era il pronostico di Tatiana Guderzo. Ma nessuna delle partenti aveva previsto un esercizio di resistenza così prolungato. Nessuna tranne Annemiek van Vleuten, che invece aveva detto: «Non accendete la televisione troppo tardi, sabato…»

Per quanto ricco sia il suo palmares, Van Vleuten è arrivata molte volte a sfiorare i dolciumi dei suoi sogni per poi trovarsi la porta chiusa all'ultimo istante. Nei suoi primi anni di carriera, cominciata a 25 anni dopo una serie di infortuni sui campi di calcio, è stata costretta a fermarsi in continuazione per via di arterie che tendevano a restringersi, togliendole le forze decisive in corsa. Nel 2016, a Rio, si è svegliata su un'ambulanza dopo essere capitombolata a terra a 10 chilometri dal traguardo, con già l'aroma di un oro olimpico nelle narici. Un anno fa era pronta ad esaltarsi al mondiale di Innsbruck, e invece arrivò al traguardo con una rotula fratturata. Troppo spesso bambina costretta a guardare la bottega dei dolciumi col naso schiacciato sulla vetrina e le tasche vuote, quando il vento delle Yorkshire Dales ha pizzicato le sue narici, Annemiek ha deciso che i piani questa volta non servivano: ha accelerato, a poche centinaia di metri dallo scollinamento di Lofthouse; a 105 chilometri dal traguardo.

«In verità io odio soffrire», aveva detto dopo il mondiale di Bergen. «Però sono brava a farlo». Il suo mondiale è stata la sofferenza di un'attesa prolungata, spingendo sui pedali come una bambina che saltella impaziente davanti alla porta, mangiando con gli occhi le caramelle dietro la vetrina, per gustarsi infine il momento con calma. Alla fine dell'ultimo giro Annemiek ha rallentato, ha mostrato al mondo gli orecchini portafortuna ricevuti in regalo dal padre scomparso 10 anni fa, si è sfilata gli occhiali ed ha tagliato il traguardo con un'esultanza al rallentatore, fermandosi subito dopo tra due ali di fotografi. Il piede a terra, il fiatone, lo sguardo a cercare la mamma, colma della più dolce delle emozioni: «Questa vittoria ha un sapore diverso». 

 

[la foto qua sopra è di Tornanti.cc]

 

 

 

 

Categoria: