G102T01 Bologna - Bologna (S.Luca)
Primož Roglič è quello che fa prima ancora che quello che è. Perché - dicono i suoi tifosi - per descrivere che tipo di ragazzo sia Primoz non esiste un aggettivo adeguato nella lingua slovena. O meglio, uno ci sarebbe pure, ma è un attributo delle azioni più che del carattere. Quello che fa Roglič - spiegano - è tecnicamente nor. Vuol dire "pazzo, ma in un’accezione positiva". Due giorni fa hanno stampato 400 t-shirt rosa e azzurrino e sono venuti in Italia. Roglič ha confidato loro che non sa se vincerà il Giro, ma che sente di poterlo vincere. E loro a lui credono: "Quando promette una cosa, la fa".
Anche le perturbazioni atmosferiche tendono a fare quello che promettono, di solito, solo qualche volta si perdono per strada. Sulla salita per il Santuario di San Luca, un po’ più facilmente. La leggenda vuole che il porticato sia composto da 666 archi, eppure finora nessuno ha trovato un criterio inequivocabile per numerare gli archi: quali contare, dove partire, dove fermarsi, come considerare gli interventi che hanno leggermente modificato il tracciato. Lo scopo d'altronde non era quello di sfidare Belzebù, bensì di mantenere i pellegrini al sicuro dalla pioggia. Come nel luglio del 1433, quando una lunga processione portò l'icona della Vergine giù in città: le piogge finirono e i raccolti si salvarono.
L’acquazzone previsto per il primo pomeriggio del Giro tarda ad affacciarsi, sicché Simon Yates può guardarsi in tv il numero di Roglič e il gran tempo di Vincenzo Nibali, la mezza delusione di Tom Dumoulin e la scalata-lampo di Giulio Ciccone. Yates sale a San Luca quando il sole è andato e il vento cresciuto. Il boato del pubblico è invece lo stesso di tutto il pomeriggio: si arrampica per i portici come tra i tornanti di montagna, prendendo la rincorsa dal basso e risalendo le arcate in una specie di ola. Solo che qui non siamo in uno stadio e neppure su una montagna. Siamo in città, o appena fuori dalla città, e non una città a caso.
A Bologna è comodo avere poteri speciali, ha scritto in una canzone Samuele Bersani. A Bologna tutto è lecito, tutto è consentito – ha detto Leo Longanesi – a condizione che ci si muova sul piano dell’intelligenza. L’intelligenza di Yates è sottile e sfacciata, orientata al rischio senza ripensamenti alcuno. Arriva a San Luca prima che piova. Non batte Roglič ma ci va vicino, lasciando al Giro appena iniziato il gusto di scoprire cosa sarà. Cosa sarà che ci fa attendere la prossima tappa, e magari pure – questo l’ha cantato Lucio Dalla – cosa sarà che ci fa lasciare la bicicletta sul muro, che ci porta ad ascoltare la notte che scende. (LP-FC)
PS - Di questo e altro parleremo tra un po' nel nostro podcast notturno "Giroglifici - un programma tutto da decifrare". Non sappiamo ancora quando, ma se ci seguite a un certo punto vi manderemo tutti i link.
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