Classifica appunti del 29 maggio 2021

 

Una serie di appunti presi durante il Giro d'Italia 2021 da Leonardo Piccione e riproposti senza particolare ordine. Elenchi, pensieri, foto e stralci da un viaggio al seguito dell'edizione 104 della Corsa Rosa.

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Dalle casse del bar ristorante Piero, sull’Alpe di Mera, le voci di Lady Gaga e Bradley Cooper salgono di volume: Shallow dev’essere una delle canzoni preferite della titolare.

Il guaio è che contemporaneamente un’altra stazione passa Chiamami per nome, che dev’essere la canzone preferita della ragazzina proprietaria del potente trolley-altoparlante seduta in attesa della corsa dall’altro lato della strada, la quale ripassa in vantaggio alzando a sua volta il volume, soverchiando in un colpo sia Shallow che lo speaker del Giro, il quale si ostina imperterrito a dare aggiornamenti su un duello - quello tra Yates e Bernal - che non è affatto quello che più conta, in questo preciso angolo di Alpe.

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La conferenza stampa di tappa ha luogo poco più lontano, sotto una tenda, sulla terra battuta, con sullo sfondo dei cespugli selvatici e alle spalle le Pennine.

Noi stiamo in piedi di fronte a un tavolo improvvisato, senza microfoni né spazio per poggiare i computer, tiriamo fuori penna e taccuino, qualcuno allunga un registratore, i corridori rispondendo ci guardano negli occhi, la precarietà come talvolta accade accorcia le distanze, istituendo una confidenza inaspettata, passeggera, memorabile.

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Due emozioni regalate anche oggi dalla toponomastica:

- la sequenza di località attraversate prima di imboccare la salita verso Alpe di Mera (Scopa - Scopetta - Scopello, sorprendente come ciononostante la tappa non abbia ramazzato via del tutto i dubbi su chi vincerà il Giro);
- il cane accomodato sotto il cartello di benvenuto a Brolo, "il paese dei gatti".

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Le due rivelatorie affermazioni che ha ripetuto il vincitore di tappa rispondendo a pressoché tutte le domande che gli sono state fatte:

- «Winning is very difficult.»
- «I will do the best I can.»

(Il ciclismo tutto sommato è uno sport semplice, e Simon Yates non ha certo intenzione di rischiare di perdersi tra innecessari arzigogoli verbali.)

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La quattordicesima foto che ho scattato durante questo Giro: un addetto della Trek-Segafredo infila un fischietto fosforescente intorno al collo di Bauke Mollema, in modo che il corridore possa farsi più facilmente spazio tra i tifosi lungo la discesa che lo porterà dal traguardo di tappa al pullman della squadra.

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Un'ammissione di colpa della maglia rosa:

«Ho sbagliato una volta, adesso voglio fare tutto bene». (Egan Bernal spiega che non risponderà più in prima persona agli attacchi di Yates, si affiderà come oggi a Castroviejo e Martínez, un trenino di montagna o sarebbe meglio dire un bus parcheggiato davanti alla porta, il suo Giro è evoluto in un arroccarsi in difesa e adesso l’importante è non prendere gol, non alzarsi sui pedali più dello stretto necessario, che per uno come lui è una specie di atto contro natura, è il Barcellona che gioca di rimessa, il catenaccio nel ciclismo più che una filosofia di gioco è una mera necessità.)

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Una citazione con cui chiudere:

«L’età? Cosa vuol dire l’età? Io mi diverto più che mai. Nonostante le delusioni, le differenze tra aspettative e realtà, i cattivi risultati. Sono felice di pedalare, sono felice di essere al Giro. Essere un ciclista mi piace molto più oggi che quando ero giovane.» (George Bennett, campione nazionale neozelandese, 11° in classifica generale, dal diciannovesimo episodio di #GIROglifici2021)

 

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A cura di Leonardo Piccione. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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