[Fayetteville 2022] Un altro e un altro ancora

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    Scalatore da bancone, pistard da divano. Ama il rumore, i bratwurst, dormire e leggere seduto sul water. Ha visto il volto di Dio in tre occasioni: una volta era Joey Baron, le altre due Laurent Jalabert.

Forse un giorno ci stuferemo di scrivere di Tom Pidcock e Marianne Vos. Li guarderemo vincere l'ennesimo titolo, mettersi al collo un'altra medaglia o indossare un'ulteriore maglia iridata e diremo basta, non c'è più nulla da aggiungere.

Ma è difficile pensare che tutto ciò possa accadere. Perché alla bellezza non ci si assuefa, e i due personaggi che tornano a casa da Fayetteville, Arkansas, con un indumento dalle righe arcobaleno nel bagaglio a mano sono due incarnazioni di come la bellezza possa sposarsi a un'arte minore come l'esercizio della pedalata.

Una bellezza che affonda le sue radice nella varietà, nel saper utilizzare tutti i colori della palette del ciclismo.

Hanno due traiettorie diverse, Tom e Marianne, ma le loro storie tornano a compiersi nel medesimo punto, in una terra distante dal "solito" ciclismo ma vicina nello spirito di chi ha accolto e accompagnato il più strano dei mondiali di questa strana epoca.

Marianne, che a 34 anni viene eletta al suo ottavo mandato sulla poltrona più alta del ciclocross globale, immune allo spirito del tempo di uno sport che pare travolto dall'impeto del ricambio generazionale.

Tom, che di anni non ne ha ancora 23 e di quell'impeto innovativo è uno dei protagonisti, forte com'è di una soffitta già piena di trofei raccolti in ogni campo, ad ogni età, in quasi ogni continente.

Cambiano le generazioni e le geografie del ciclismo, ma certi nomi sono destinati a ripetersi, come negli atelier di grandi artisti che al singolo capolavoro sono in grado di farne seguire un altro e un altro ancora.

Il mondiale americano di ciclocross era nato sotto auspici difficili. Troppo lontano, troppo costoso, troppo impoverito nell'elenco dei partecipanti, troppo limitante nel suo tracciato. E invece si chiude con due pagine da aggiungere al catalogo di questa lunga mostra itinerante.Con Tom Pidcock che si distende sulla bicicletta per imitare Superman e Marianne Vos che si commuove come se fosse la prima volta.

E forse è questo il motivo per cui non ci stanchiamo di scrivere di Tom e Marianne, come loro non si stancano di vincere: perché ti lasciano sempre a bocca aperta, estasiati come la prima volta.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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