[Dübendorf 2020] Una nuova casa

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    Scalatore da bancone, pistard da divano. Ama il rumore, i bratwurst, dormire e leggere seduto sul water. Ha visto il volto di Dio in tre occasioni: una volta era Joey Baron, le altre due Laurent Jalabert.

L'inverno a Beverwaard, nella periferia sud-est di Rotterdam, non è una stagione facile. Il freddo si insinua nelle ossa, eppure ci sono case le cui finestre sono rattoppate soltanto con dei cartoni. Quando qualcuno chiede a Ceylin del Carmen Alvarado come sia la vita nel suo quartiere, insinuando il dubbio sul perché vivere ancora lì ora che è una star delle sport nel suo Paese, risponde semplicemente: "io abito lì". Perché per Ceylin ciò che conta è la sua casa, e poco importa se questa casa sia in una periferia degradata olandese, nel fango dei circuiti di ciclocross o sul Mar dei Caraibi.

Ceylin del Carmen Alvarado è nata in Repubblica Dominicana, dove ha trascorso i primi cinque anni di vita insieme alla madre Ramona e al fratello Salvador. Di quell'infanzia ricorda soltanto che viveva vicino alla spiaggia, non lontano da una stazione di benzina, e andava a scuola in uniforme. Un giorno papà Rafael ha chiamato dai Paesi Bassi con una buona notizia: un biglietto aereo per tutti, per una nuova vita insieme. Il mare ha lasciato spazio alle fredde acque dei canali, ma per Ceylin è cominciato un divertimento tutto differente, in sella a una bicicletta. Sin dalle categorie giovanili la famiglia Alvarado si muove come un gruppo compatto: un furgoncino di penultima generazione che Salvador guida all'andata e la stessa Ceylin al ritorno, mentre Rafael si occupa delle bici e Ramona di cibo, vestiti e massaggi, oltre che del tifo, sfegatato come da DNA caraibico. Per anni alle corse la famiglia Alvarado è stata guardata con sospetto, in un mondo così omogeneo come il ciclismo spiccavano per aspetto, lingua e... volume. Finché non si sono resi conto tutti che quella ragazzina di Beverwaard non era soltanto diversa, era soprattutto fortissima.

Tre anni fa Ceylin ha deciso di abbandonare gli studi per concentrarsi solo sul ciclocross: voleva diventare campionessa del mondo nel giro di cinque stagioni. Ma la maglia iridata è arrivata in anticipo, questo pomeriggio, e lo ha fatto nel modo più inatteso. Su un percorso piatto e veloce, con un arrivo allo sprint ristretto. Le condizioni ideali per un'altra sconfitta, come già capitato spesso in questa stagione di tante vittorie da sola e tante volate perse. Ma soprattutto di tanti sorrisi, quelli che Ceylin sfoggia dopo ogni gara, quale che sia il risultato. Dice che è perché si diverte: viaggia con la sua famiglia e fa quello che le piace.

Al mondiale di Dübendorf però Ceylin più che divertirsi ha faticato; il piacere è arrivato solo a gara finita, quando ha capito che ogni sforzo si era concretizzato. Quando è crollata tra le braccia della sorella, esausta, sopraffatta da una sensazione "stupefacente". Quando avrebbe tutte le ragioni per sorridere di nuovo, Ceylin invece scoppia a piangere. Ha vinto, ma soprattutto sul gradino più alto del podio ha raggiunto un approdo. Oggi Ceylin, la ciclista arrivata dall'altra parte dell'oceano, è davvero la padrona di casa. Ha una nuova casa, per andare in giro per il mondo.

 

[la foto di copertina è di Tornanti.cc]

 

 

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