[TdF2022] Zugzwang

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    Seduto su un ramo a riflettere sull'esistenza. Cofondatore di Bidon, durante una pausa si è laureato in statistica. Fonti di ispirazione: le biciclette, l’Islanda, i pub di Oxford e Cristobal Jorquera.

È la giornata mondiale degli scacchi e sull'ascesa a Peyragudes il Tour è in stallo. Nessuno dei due giocatori sembra avere altre mosse a disposizione.

Tadej Pogačar, il campione uscente, le ha tentate un po’ tutte: ha chiesto e ottenuto gli straordinari ai compagni ancora arruolabili; ha isolato completamente l’avversario; ci ha provato in prima persona sulla penultima salita. Jonas Vingegaard, lo sfidante in vantaggio, dà l’idea di avere in canna un’altra mossa ma, temendo gli si possa ritorcere contro, la rimanda.

Più che stallo, è una circostanza che assomiglia allora a uno zugzwang reciproco, la situazione di gioco in cui entrambi gli sfidanti, comunque muovano, sono destinati a subire una perdita immediata o nel breve termine, se non addirittura lo scacco matto. Si verifica spesso nei finali di partita, quando il numero di pezzi sulla scacchiera è ormai molto ridotto, le forze al limite.

Sulla rampa dell’altiporto pirenaico celebre per un film di James Bond, il numero di pezzi non potrebbe essere più ridotto. Insieme a Pogačar e Vingegaard è rimasto solo un alfiere del primo, un monumentale Brandon McNulty, prosecutore dell’opera di selezione avviata nella parte centrale della partita dal sodale Bjerg (che per stazza, 191 cm e quasi 80 chili, qualificheremo nella nostra similitudine come torre).

Altro che selezione: l’obiettivo perseguito oggi dalla UAE o da quel che resta della UAE (non partito Majka, coscia strappata dopo l’incidente di ieri), andrebbe definito disintegrazione. Questo avevano fatto al peloton le tremende trenate di Mikkel Bjerg, che, ciuffi elettrici e bocca spalancata, s’era mangiato gli speranzosi fuggitivi di giornata (Pinot e Lutsenko tra i più attivi) uno dopo l’altro, con un’ingordigia degna di Pac-Man o del coccodrillo divoratore di vergini esposto nella cattedrale di Saint-Bertrand-de-Comminges, lambita lungo il percorso (si narra ucciso da San Bertrando in persona, ma molto più probabilmente ‘semplice’ ex-voto di un pellegrino di ritorno dalla Terra Santa).

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Testo: Leonardo Piccione
Foto: Tornanti.cc

 

 

 

 

 

 

 

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