[Fiandre2020] Talento e forza bruta insieme

Gli ultimi trentacinque chilometri del silenzioso Fiandre del 2020 partono da lontano: parlano della storia di Van der Poel e Van Aert, gli unici in grado di rispondere, in tempi diversi, allo spunto del campione del mondo. Mentre Alaphilippe urla da terra la sua frustrazione, la corsa riacciuffa due carriere intere: dopo essersi punzecchiati per anni, dalle categorie giovanili fino al professionismo, d’estate e d’inverno, sfidandosi, guardandosi, migliorandosi, a volte annullandosi, come successo non tanto più di una settimana fa sulle strade della Gent-Wevelgem, si ritrovano a pedalare d’amore e d’accordo verso il traguardo.

La volata tiene insieme i loro due percorsi: sembra corsa su binari, con i due che si sfidano, spalla a spalla, fino alla linea. Talento e forza bruta insieme, diversissimi e pure uguali. Tessere interscambiabili, si direbbe, come le immagini dell’arrivo: Van der Poel urla e solleva la bici mentre Van Aert gli sguscia dietro, a testa bassa, alla chetichella. Avrebbe potuto tranquillamente essere il contrario. Al sontuoso Van Aert di quest'anno è capitato di perdere la corsa che forse più di tutte avrebbe voluto vincere: delusione da ribaltare il prima possibile. Perché la grande sfida continuerà, e i finali aperti sono esattamente questo: permettono di coltivare l’acquolina fino al momento in cui sbocconcellare con gusto la prossima portata.

 

(Michele Polletta - foto di Tornanti.cc)

 

 

 

 

 

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