Una prospettiva solo mia

 

Di corse con uno scenario affascinante come il recente mondiale di ciclocross non se ne vedono tutti i giorni. Per tutto il weekend gli sguardi degli appassionati sono stati rapiti tanto dalle sfide tra i più grandi interpreti della disciplina quanto dall'imponenza della spiaggia di Ostenda e dell'irruenza del Mare del Nord.

Intorno a metà della prova élite maschile, si è cominciata a notare una macchia nera che emergeva dalla distesa d'acqua. L'aliena presenza era una muta che affiorava dall'alta marea, a una decina di metri dalla battigia su cui intanto Wout van Aert si dannava nel tentativo di rientrare su Mathieu van der Poel. Sono stati necessari un paio di giri del circuito, e un cospicuo numero di onde infrante, per capire che si trattava di un fotografo, un uomo in missione per conto del proprio grandangolo.

Dopo una rapida indagine su Instagram, abbiamo scoperto che il sommozzatore misterioso si chiama Maarten Van de Velde, e a suo modo è stato uno dei grandi protagonisti della rassegna iridata. Lo abbiamo contattato per farci raccontare il mondiale di ciclocross 2021 da un punto di vista unico. (Qui l'intervista in inglese)

 

Ciao, Maarten! La tua bio Instagram recita "fotografo degli sport salati". Ci racconti un po' di più di te?

Ciao a tutti. Sono un surfista di lunga data, campione nazionale belga nel 2002, che da qualche anno ha scoperto la passione per la fotografia. Ho combinato queste due cose nel 2017, quando ho comprato una copertura impermeabile per la mia macchina fotografica e ho cominciato a nuotare tra i surfisti per fotografarli.

Ho scoperto che stare in mare con la macchina fotografica è un'attività terapeutica per me. Dall'età di 16 anni e fino al 2019 ho avuto a che fare con episodi di depressione, e questa passione agisce come antidepressivo naturale. Mi porta lontano dai pensieri, assorbe tutte le mie attenzioni.

 

Sei belga, ma questo di Ostenda è stato il tuo primo incontro professionale col ciclocross. Ne sei appassionato?

Amo il ciclocross, dal momento che è una specialità tipicamente belga e ancor più fiamminga. Per quanto riguarda invece il ciclismo su strada, sono sempre stato un grande tifoso del mio amico Serge Pauwels, che vive nella mia stessa città e attualmente fa parte dello staff della nazionale con il ct Sven Vanthourenhout.

 

Come si è concretizzata questa tua avventura ai Mondiali di ciclocross?

È stato un rischio, ad essere sinceri. Stavo guardando la gara femminile, mi sono accorto quando vicino al mare stessero correndo. Ho visto tutti i fotografi sulla spiaggia e ho pensato "Quanto sarebbe bello stare in acqua a scattare foto da una prospettiva solo mia, diversa da quella di tutti gli altri?"

Il problema era che per gli accrediti e i permessi era troppo tardi. Così ho chiesto consigli a un po' di gente: alcuni fotografi che conosco, un cameraman della tv, un poliziotto. E tutti mi hanno detto che avrei dovuto farlo. D'altra parte la spiaggia era chiusa al pubblico, ma il mare no!

Quando sono uscito dall'acqua sono stato seguito dalla polizia. Volevano parlarmi. Li ho convinti subito che le mie intenzione erano buone, e alla fine ci siamo fatti una risata insieme.


Uno degli scatti dall'acquatica prospettiva di Maarten. 

 

Com'erano le condizioni dell'acqua, confrontate con le situazioni più difficili nelle quali hai lavorato da fotografo? 

È stato in assoluto uno dei giorni più freddi in cui mi è capitato di immergermi in acqua! Penso che la temperatura dell'aria fosse 2-3 gradi, quella dell'acqua 5-6. Inoltre c'era un forte vento da est, il vento più freddo che abbiamo qui in inverno, che spazza tutto. A parte il freddo, però, il mare era bello. Le onde sono state gentili con me, rispetto ad altre volte.

È stato interessante fotografare puntando la spiaggia, visto che quasi sempre invece guardo verso il mare cercando le onde e i surfisti. Mi sono arrivate un po' di onde addosso, ma tutte piuttosto amichevoli. In generale mi è piaciuta molto quest'esperienza, e sarei felice di ripeterla, se qualcuno me ne offrirà l'opportunità in futuro!

 

Visto dall'acqua, Mathieu van der Poel sembrava forte almeno quanto appariva in tv? 

Sì, senza dubbio! Ma anche Wout sembrava molto forte, e mi chiedo come sarebbe finita la gara senza la sua foratura... In generale mi piace molto che quest'anno i duelli tra Wout e Mathieu siano più combattuti che in passato. Diciamo che faccio il tifo per tutti e due!

 

Qual è la qualità più importante che un fotografo di sport salati deve avere?

Credo sia una combinazione di conoscenza del mare, delle correnti e delle onde, e desiderio di avventura. Stando nella "zona d'impatto", vieni continuamente colpito dalle onde. Hai pochi secondi per mettere a fuoco, scattare, respirare e tuffarti nell'onda, accertandoti di non essere colpito dal surfista. Quando emergi, tutto ricomincia.

 

Sei riuscito a vendere alcune delle foto scattate ieri?

No, ancora no... Al momento non ho collegamenti nel mondo del ciclismo, non saprei da dove e come iniziare ahah!

Il mio account Instagram principale è @mvv_photography. Ne ho anche uno più creativo, @northseaker, dedicato soprattutto alle onde. Chiunque fosse incuriosito può contattarmi all'indirizzo maartenvandevelde@hotmail.com. Grazie a tutti per l'interesse!


Foto: Tornanti.cc

 

Intervista a cura di Leonardo Piccione. Introduzione di Filippo Cauz. Foto in copertina: photonews.be

 

 

 

 

 

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