[Roubaix 2021] Florian Vermeersch: Con i miei tempi
Ieri sera il palazzetto dello sport di Lochristi, una manciata di chilometri a nordest di Gent, era stracolmo. Tutta la cittadinanza era stata invitata all’evento, e a ciascun presente era stato consegnato all’ingresso un ticket per un drink gratuito.
L’occasione era all’apparenza banale, un episodio come tanti nell’altrimenti sonnacchiosa vita di un comune di ventiduemila abitanti: il sindaco accoglieva un consigliere comunale di maggioranza al ritorno da un importante viaggio di lavoro all’estero. Meno banale la circostanza per cui il consigliere comunale in questione fosse un ciclista professionista; il suo viaggio di lavoro, una Parigi-Roubaix conclusa al secondo posto.
Florian Vermeersch, 22 anni e mezzo, è stato eletto nel 2018 tra le fila dei Liberali e Democratici Fiamminghi, partito fondato nel 1992 da Guy Verhofstadt. Fa parte, nello specifico, della commissione Finanza e di quella Mobilità, alle cui riunioni, per via del suo lavoro, tende a prendere parte in remoto. Da domenica, come ha scritto Marca, è senza dubbio “il consigliere comunale più famoso del mondo del ciclismo”.
Il motivo è che domenica Florian Vermeersch ha corso una Roubaix di spaventosa consistenza fisica e tattica. Attivo fin dalle prime battute (faceva parte della corposa fuga partita a oltre 200 chilometri dall’arrivo), davanti a tutti nei passaggi più iconici della corsa, Foresta di Arenberg e Carrefour de l’Arbre compresi, è stato battuto al termine dello sprint che lui stesso ha lanciato soltanto da Colbrelli.
È diventato così il corridore più giovane sul podio della Regina delle classiche dai tempi del ventunenne Boonen del 2002, causando un immediato effluvio di paragoni diretti. «Tom mi ha mandato un messaggio di complimenti», ha dichiarato Vermeersch. «Ma a un confronto con lui non ci penso proprio. Voglio continuare sulla mia strada, crescere con il mio ritmo e i miei tempi».
Al termine di una stagione in cui, prima dell’exploit della Roubaix, aveva ottenuto la maglia di miglior scalatore al Tour de Wallonie e la medaglia di bronzo nella cronometro iridata di Brugge (tra gli Under 23), i tempi della maturazione ciclistica di Vermeersch sembrano aver subito una significativa accelerazione. Non altrettanto si può dire di quelli dei suoi studi universitari, che da qualche mese procedono più lentamente. Ma procedono.
Vermeersch si è iscritto all’università di Gent, corso di laurea in storia, tre anni fa, quando il suo futuro nel professionismo non era ancora chiaro. Pochi mesi dopo è arrivata l'offerta della Lotto-Soudal. «Ma ho ancora voglia di portare a termine i miei studi», ha detto recentemente al Cycling Podcast. «Da ciclista, non sai mai quanto a lungo durerà la tua carriera…»
Inoltre a Florian la storia piace per davvero. Gli è dispiaciuto, il giorno della tappa di Cordoba all’ultima Vuelta, non aver avuto tempo per visitare la Grande moschea. Ha scritto un breve saggio sulla diplomazia britannica nel XVII secolo, ma il suo interesse più grande sono le guerre mondiali: presto visiterà Auschwitz, e non vede l’ora di studiare come si deve come si arrivò all’armistizio di Compiègne, la cittadina da cui prende il via da oltre quarant’anni la Parigi-Roubaix.
È stato durante uno dei corsi che ha conosciuto Yves Deswaene, il sindaco di Lochristi, che gli propose di candidarsi tra i liberali nonostante le pressioni dei Cristiano-Democratici, il partito nel quale aveva militato per trent’anni Daniël Vermeersch, defunto nonno di Florian e storico assessore di Lochristi. «Sono contento che abbia scelto noi» ha detto il sindaco Deswaene alla Gazet van Antwerpen. «E sono orgoglioso di essere colui che ha portato Florian in politica».
Ma i centonovantré centimetri (e ottantacinque chili di peso forma) di Florian Vermeersch nascondono ulteriori sorprese. Grande appassionato del programma tv satirico “Willy's en Marjetten”, pare sia in grado di riprodurne a memoria interi sketch.
Un suo ex compagno di liceo ha spiegato, sempre alla Gazet, che Florian è un ragazzo «incredibilmente tranquillo». Che ama raccontare barzellette, ma senza scadere mai nel cattivo gusto. E che va in bicicletta praticamente da sempre, da molto prima del ciclocross, del passaggio alla strada, dell’abito di fango e promesse con cui si è presentato domenica al primo appuntamento col velodromo di Roubaix. Pedalava per andare a scuola, per uscire con gli amici, per andare a bere una birra.
«Quando lo vedevamo arrivare, capivamo che sarebbe stata una serata da ricordare», ha concluso Milan Tielemans, il vecchio compagno di classe. «Per ovvi motivi, non succede più tanto spesso. Ma una cosa è certa: Florian continuerà sempre a trovare tempo per i suoi amici».
(Testo di Leonardo Piccione. Foto in copertina: Tornanti.cc)