Back to Russia with love
Cycling existed before me and will exist after me.
(Oleg Tinkov, 4 ottobre 2016)
Zapoj è il nome che i russi danno alle maratone di ubriacatura. Non è la sbronza di una sera, che lascia solamente un gusto amaro in bocca ed un terribile mal di testa. Zapoj è un rituale che consiste nel restare ubriachi per parecchi giorni, vagare e barcollare senza meta, parlare a sproposito con chiunque, senza smaltire mai la sbornia.
Oleg Tinkov è nato nel 1967 a Kemerovo, cittadina della Siberia sudoccidentale, ed è diventato milionario partendo - non a caso - da una fabbrica di birra che nel 2005, confluiti i suoi investimenti nel microcredito, ha rivenduto per 260 milioni di dollari. Tinkov è uno dei magnati figli delle frenetiche privatizzazioni che hanno caratterizzato la dissoluzione dell'Unione Sovietica ma, oltre alla sua ricchezza, è conosciuto soprattutto per essere stato il proprietario di una delle squadre più importanti del World Tour, per le sue citazioni brillanti e sconsiderate, per l'intransigente rifiuto della banalità. In definitiva, per aver fatto della sua vita pubblica qualcosa di simile ad uno zapoj senza tregua.
Le scelte di marketing della banca di sua proprietà, le divergenze con ASO, la società che gestisce Tour e Vuelta, e Unione Ciclistica Internazionale hanno indotto Oleg Tinkov a lasciare il ciclismo. Abbiamo provato a riassumere in dodici punti tutte le qualità di quest'uomo bizzarro e a spiegare perché ci mancherà (forse).
1. L'arte - Oleg Tinkov è un uomo "just like anyone else" (è il titolo della sua umile autobiografia, non lo diciamo noi). Facilissimo trovarlo a dibattere di opere d'arte su Twitter:
2. Le aziende - In un'intervista del 2007 rilasciata a Paolo Condò, Oleg racconta l'origine delle sue fortune: "Nel 1988 Gorbaciov venne in visita in Italia con sua moglie Raissa, e la Rai inquadrò l'orologio di lei. Era una versione ingentilita di quello militare, con le lancette a forma di frecce, nei negozi di San Pietroburgo costava due dollari ma i turisti italiani sembravano impazziti, <<Raisska, Raisska>>, così lo chiamavano. All'epoca facevo mercato nero, vendevo caviale e matrioske; si spaventerebbe se sapesse quanti esemplari di Raisska ho preso a due dollari e rivenduto a cento qualche minuto dopo".
Investimenti diversificati, si dice in questi casi. Qui Oleg promuove la sua catena di resort alla portata di tutti (più o meno):
Anche la sua stima nei confronti di potenziali, importanti investitori è riassunta in un tweet:
3. I viaggi - Oleg è un uomo che viaggia in tutto il mondo, e riesce ad apprezzare le diversità culturali che incontra. Un occhio di riguardo è riservato alla Francia, come provato da questo grafico condiviso tempo fa via Twitter
e ai francesi:
La causa di tanto odio? Che domande, Prudhomme
e la sua... sorellastra!
Ma Oleg ne ha anche per gli inglesi, tranquilli:
E per gli americani:
Soprattutto per gli americani:
Fortuna che prima o poi si torna in Italia:
4. L'alcol - Oleg ama la birra e il giapponese, ma comunque sempre più la birra, come vi spiega personalmente in questo video. Ma, ça va sans dire, non disdegna certo la vodka:
Anche se la sua vera passione alcolica, più francese che russa, pare essere lo champagne,
meglio ancora se servido freddo. Molto freddo:
5. Ciclismo: l'approccio - Se c'è una cosa che Oleg ama più di ogni altra, però, quella è la bicicletta. Nel 2006, ai tempi della sua prima sponsorizzazione, si era addirittura tesserato come ciclista della sua stessa squadra (ma non ha mai corso). "Questo non è business, è il mio giocattolo. Come un bambino, quando giochi con il tuo giocattolo può capitare che smetta di interessarti", ha dichiarato recentemente, annunciando l'intenzione di chiudere la squadra. Forse ha davvero smesso di interessargli, ma sicuramente si è divertito.
Il suo gioco preferito, in tanti momenti, è sembrato essere il fantaciclismo. Tra acquisti fantascientifici bloccati sul nascere dai poteri forti,
dubbi su chi tenere
e anche qualcuno su chi prendere. Molto prima del buontempone che qualche settimana fa ha chiesto di condividere una falsa petizione per far rimuovere l'account Facebook di Donald Trump direttamente da Mark Zuckerberg, Oleg Tinkov ha proposto la sua, di petizione:
Bisogna dire che non tutti hanno sempre preso sul serio i suoi progetti, il che non ha certo minato la sua autostima:
6. Ciclismo: le idee - Oleg Tinkov non è certo uno che si arrende. Ha esternato a più riprese le sue idee per riformare lo sport, dalla strampalata proposta del modello-Formula1 alla più ragionevole idea di ridurre il numero di componenti per squadra. Ma la sua trovata più famosa è probabilmente quella dell'ottobre 2014:
"Se Quintana, Froome, Nibali e Contador si metteranno d'accordo per correre tutti e tre i grandi giri, io mi impegnerò tramite la Tinkoff Bank a mettere in palio un milione di euro. Potranno avere 250,000 € ciascuno come incentivo extra. Credo sia un'ottima idea."
7. Ciclismo: gli avversari - Oleg conosce le parole migliori per parlare dei suoi nemici
e, sempre in maniera molto pacata, sa come innervosirli:
Non indugia a lanciarsi a testa bassa nei pronostici,
e a volte ricorre a potenti metafore per parlare dei suoi avversari:
"Guardate le squadre come Cannondale o Trek, hanno investito un sacco di soldi nel ciclismo senza cogliere risultati concreti. Sono le squadre di Topolino".
8. Ciclismo: i suoi - Pensate che con i componenti del suo team il vecchio Oleg sia invece compiacente? Siete del tutto fuori strada:
È di pochi giorni fa invece l'intervista in cui Tinkov definisce Alberto Contador un'anatra zoppa e una persona triste. Non l'ha nemmeno invitato alla sua festa di addio. Qualche tempo fa, però, il magnate guardava il campione spagnolo sotto tutt'altra luce. Qui era il capitano da sostenere
e per cui colorarsi i capelli di rosa. Qui invece la causa della reazione... ehm, ormonale, del suo cane Cesare:
9. Ciclismo: le donne - Poteva Tinkov risparmiarsi commenti un po' così sull'altro sesso? Poteva, ma non l'ha fatto. Una volta si è beccato le critiche di un'associazione femminista per aver detto che Froome aveva corso "da femminuccia". Non pago, si è proposto di comprare una squadra di donne. Così:
10. Ciclismo: la diplomazia - Come ogni uomo di potere, Oleg Tinkov sa soprattutto gestire al meglio le relazioni istituzionali con finissime strategie diplomatiche, specialmente con i suoi amici dell’UCI. Se il rapporto con essi era deteriorato già nel 2014,
Un piccolo avvertimento all'UCI e a Cookson: non combattete contro un russo, se potete evitarlo. Il risultato è generalmente qualcosa che non vi piacerà.
beh, non è certo migliorato nel 2016:
Oleg, e un commento sull'ASO (gli organizzatori del Tour) non lo facciamo?
Chiaramente il meglio viene quando le due categorie si trovano in coppia:
11. Gli amici - Un uomo di successo si riconosce anche dagli amici di cui si circonda. Qui è in compagnia del cugino Itt:
Mentre qui rimembra i momenti felici con i compatrioti della Katusha
12. La filosofia - Ma nonostante tutto ciò, Oleg Tinkov è stato sempre molto apprezzato dai suoi colleghi, che ne hanno riconosciuto l'ispirazione filosofica fino alla fine.
Do svidánia, Oleg!
A cura di F. Bozzi, F. Cauz, L. Piccione, R. Spinelli... e O. Tinkov.