Una serie di appunti presi durante il Giro d'Italia 2021 da Leonardo Piccione e riproposti senza particolare ordine. Elenchi, pensieri, foto e stralci da un viaggio al seguito dell'edizione 104 della Corsa Rosa.

*

C'è un silenzio totale e indiviso nell'abitato di Guardiaregia, all'inizio della lunga salita di Bocca della Selva. È la prima sosta che facciamo. "Un bar dovrà pur esserci", penso, assalito dall'astinenza dal nettare che rende possibile la mia sopravvivenza al Giro, che per me è tante cose ma soprattutto quello che succede tra un macchiato e il successivo lungo.

E infatti di bar ce ne sono due. Entrambi chiusi. Nella piazza centrale del paese chiedo lumi all'unico dei circa ottocento abitanti del villaggio alle viste:

- Buongiorno, mi sa dire se c'è un bar aperto?
- No, però è aperto il minimarket.
- Me lo fanno un caffè al minimarket?
- No, però le possono fare un panino.
- Ah ok.. grazie mille.
- Buona giornata anche a lei.

*

(Il caffè l'ho poi bevuto nel rifugio di Bocca della Selva, con tanto di acqua in omaggio. Attraversare l'Italia è un ottimo modo di scoprirne affinità e soprattutto differenze, la maggiore delle quali continua a essere la sorta di Vallo di Adriano che taglia la penisola dividendo i popoli che possono godere di un bicchier d'acqua gratis insieme al caffè da quelli che ne sono privati. Siamo ancora al di qua del Vallo, ne approfitto.)

*

Due scene che ho ammirato nell'abitato di Cerreto Sannita:

- Otto galline che beccavano scorze di arancia in un cortile mentre sul palazzo di fronte, le zampe a penzoloni dal balcone, un grosso cane abbaiava contro ogni singolo mezzo a motori transitante sul percorso, il suo modo di attendere la corsa (o di intimorire le galline)
- Un vigile che istruiva gli spettatori presenti in piazza aggiornandoli minuto per minuto sulla località attraversata in quel momento dai corridori e sul tempo rimanente al passaggio in paese: "Stanno dentro a Cusano, mo' arrivano!"

* 

La settima foto che ho scattato durante questo Giro: un anziano di Guardia Sanframondi osserva il passaggio in paese del giovane francese Victor Lafay. Il signore aveva dimenticato a casa l'apparecchio acustico, e non capiva quello che gli dicevo. Io dunque di lui non so nulla, se non che spera che io possa riferire a quelli del Giro d'Italia di stampare un numero molto grande sui caschetti dei corridori, in modo che lui possa riconoscerl: "Quanto meno il numero 3, Ganna".

*

Quello che è successo a Lafay, il vincitore della tappa, quando a 5 anni, guardando il ciclismo in tv, se ne è innamorato:

«Ho pensato "Wow, come vanno veloci. Anch'io voglio andare veloce come loro"».

*

Una definizione estremamente sintetica di Giro d'Italia:

«Una sfilata di biciclette e di Toyota». (un uomo di mezza età di Guardia Sanframondi seduto in un bar che, disinteressato all'argomento, cercava di minimizzare l'evento di cui tutti gli altri parlavano)

*

Un incitamento che ho ascoltato a bordo strada:

«Sei l'ultimo!! Vai!! Vai più forte che puoi!!» (una bambina di otto anni nei confronti di Roger Kluge, che chiudeva il gruppetto)

*

Un proposito condivisibile che ho ascoltato:

«Mi piace il ciclismo perché l'essenza di questo sport è la poesia. Le montagne, le condizioni del tempo, la lotta dell'uomo con la natura. Il ciclismo ci consente di scrivere di tutto questo, e dovremmo continuare a farlo». (Alexandre Roos, caporedattore de L'Équipe, intervistato nel corso dell'ottava puntata di "Giroglifici 2021".)

*

Una citazione con cui chiudere:

«Fu con un crescendo del cronista, culminato al grido "eccolo!", che Pantani irruppe all'ultima curva, prima di sparire di nuovo. Ai suoi fianchi, due onde di neve sembravano volerlo inghiottire, ma Pantani era uomo di mare, capace di domare anche le onde.». (dall'articolo di Filippo Cauz dedicato al Gran Sasso e pubblicato oggi sul sito del Giro).

***

Puntate precedenti:
07 - 15 maggio
06 - 14 maggio
05 - 13 maggio
04 - 12 maggio
03 - 11 maggio
02 - 10 maggio
01 - 09 maggio

A cura di Leonardo Piccione.