Classifica appunti del 9 maggio 2021

 

Una serie di appunti presi durante il Giro d'Italia 2021 da Leonardo Piccione e riproposti senza particolare ordine. Elenchi, pensieri, foto e stralci da un viaggio al seguito dell'edizione 104 della Corsa Rosa.

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Sono passati meno di duecento giorni dalla fine del precedente Giro d’Italia all’inizio di questo. Sembra ieri che Ganna vinceva una cronometro al Giro… invece è oggi. Anzi, a voler essere precisi è sia ieri (nel senso dell’ultima tappa del Giro 2020, il 25 ottobre) che oggi (nel senso di oggi, l’8 maggio).

Vabbè, non incartiamoci da subito. Era solo per dire che in apparenza non è cambiato niente. Il che però è falso, perché in realtà è cambiato tutto. È cambiato il verde degli alberi, il giallo della luce. In queste tre settimane il tempo scorrerà nella direzione giusta, cioè espandendosi, gonfiandosi, dilatandosi della dilatazione propria della bella stagione e delle interminabili sere su cui si fonda.

Il Giro è tornato a maggio ed è logico e bello, naturale come una pedalata in primavera, come una vittoria di Filippo Ganna in una cronometro.

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In tutto questo io personalmente al Giro non ci sono ancora arrivato (i colori di cui al punto precedente li ho visti in tv). Parto dall’Islanda domani. Il primo della lunga lista di letti sconosciuti in cui dormirò nei prossimi 22 giorni appartiene a un alberghetto nel cuore non di Torino ma di Reykjavík, uno degli edifici bassi e colorati che fanno assomigliare il centro della capitale islandese alla nuova maglia della Education First.

Dalla finestra della mia stanza si vede il pennacchio dell'eruzione vulcanica in corso. Il ragazzo vietnamita alla reception dice che dopo il turno si farà un giro in bici, però non fino al vulcano. Io invece per cominciare ad ambientarmi al maggio italiano andrò a mangiare un gelato in pantaloncini. Forse non in pantaloncini: fuori ci sono 3 gradi. 

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Una dichiarazione interessante che ho letto:

«Finalmente in Belgio è finito in prima pagina un calciatore e non un ciclista!» (Remco Evenepoel sul connazionale Romelu Lukaku dopo lo scudetto dell’Inter)

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Un verso di una canzone che ho riascoltato:

«Che schifo avere vent’anni, però quant’è bello avere paura.» (da Mancarsi dei Coma_Cose, compresa in una playlist casuale ascoltata in auto tra Húsavík e Reykjavík)

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Non credo che a Evenepoel faccia schifo avere vent’anni (ventuno, ma siamo là), né tantomeno che abbia paura di qualcosa. Remco è tornato, e non è andato affatto male nella crono di Torino (c’erano dubbi?).

Qualche mese fa, prima del suo infortunio, ammisi di non sapere se un giorno sarei diventato un tifoso di Evenepoel o se negli anni la sua imbattibilità e la sua ingordirgia me l’avrebbero via via alienato. Questo Giro d’Italia è una straordinaria occasione per districarsi nella "questione Remco". Ogni giorno, per tre settimane, ci vedremo passare accanto uno che potrebbe diventare una leggenda di questo sport. Se siamo fortunati riusciremo a fargli un paio di domande.

Vado al Giro per tanti motivi: uno dei primi della lista è scoprire più da vicino Evenepoel. Lo guarderò con interesse, curiosità e quel filo di diffidenza con cui dopo i trent’anni si guardano quelli di dieci anni più giovani. Una cosa che ho scoperto scorrendo la startlist del Giro è che ormai soltanto 21 corridori sui 184 in gruppo sono più vecchi di me. 

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Sì, è molto comodo il primo della lunga lista di letti sconosciuti in cui dormirò nei prossimi 22 giorni. Sarebbe bello se gli altri 21 fossero all’altezza, ma questo non posso saperlo. La qualità dei giacigli non è il primo parametro nella scelta delle dimore giornaliere dei suiveur del Giro d’Italia 2021. Quest’anno il parametro-guida è la fascia oraria in cui è consentito il check-in. La domanda non è “Qual è il punteggio medio su internet?” ma “Ce la facciamo con il coprifuoco?”

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Una cosa bella che ho sentito:

«Ho due cuori, sono una mutante» (Carlotta Ganna, sorella di Filippo e fidanzata di Matteo Sobrero, dalla prima puntata di Giroglifici 2021)

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Sto lasciando l’Islanda proprio mentre i pulcinella di mare tornano. Vengono ad abitare gli speroni di roccia a picco sull’oceano e a riprodursi. Io vado verso sud quando si dovrebbe andare verso nord, e per di più attualmente non contemplo l'eventualità di riprodurmi. Sono un pulcinella di mare al contrario. O magari no. Un volatile sulla carta d’identità ce l’ho già, e non è quello.

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Una citazione con cui chiudere:

«Il mondo è un gomitolo di strade e seguendole trovi tutto: vita e morte, miseria e felicità, lacrime e consolazione, avventure e amore» (Sebastiano Vassalli citato da Michele Polletta nel suo pezzo di oggi per il sito del Giro)

 

A cura di Leonardo Piccione

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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