[Roubaix2024] Guarda le mie mani

Forse è per via della sovrapposizione di date. Oppure per il portato religioso che il ciclismo conserva, soprattutto in chi ha ricevuto un'educazione cattolica.

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[Roubaix 2024] Le pietre nelle vene

Tra le storie collaterali emerse dalla polvere della Parigi-Roubaix 2024, una delle più sfavillanti è quella dei gemelli Van Dijke della Visma, che potrebbero essersi candidati a diventare per le classiche del Nord quello che gli Yates sono da anni per i grandi giri.

[Roubaix 2024] Un regale cavallo bianco

La consueta sequenza di polvere, sobbalzi, disordine, lerciume.

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[Fiandre 2024] Più in piedi di tutti

Alla lettera, Koppenberg significa “Monte delle teste”, dove le teste, nello specifico teste di bambini, sono i ciottoli incastonati nella strada che vi s’inerpica.

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[Van Aert] Inveire contro la sorte

Il ciclismo è uno sport spietato, lo sappiamo. La regola su cui si fonda, il principio che precede qualsivoglia disquisizione tecnico-tattica è quello fisico dell’equilibrio, l’equilibrio arioso, liberante, poetico eppure drammaticamente precario sempre sottinteso all’andare in bicicletta.

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[Sanremo 2024] Quasi nessun vinto

Poco dopo aver tagliato la fasciona bianca-nera-bianca del traguardo di via Roma, Jasper Philipsen viene raggiunto da Michael Matthews e Tadej Pogačar, che per questione di centimetri più che di centesimi di secondo sono i primi battuti della Milano-Sanremo 2024.

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[Strade Bianche 2024] Pronto

Aveva detto di sentirsi «pronto», alla partenza.

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Gli articoli di Bidon più letti del 2023

Torna il classico appuntamento di fine dicembre con il riepilogo degli articoli di Bidon più apprezzati nel corso dell'anno. Si tratta di articoli legati a esiti di gare: abbiamo escluso da questa graduatoria i contributi legati alla morte di Gino Mäder, l'evento che emotivamente ha segnato di pi

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Impressioni di Sepptembre

Sepp Kuss, ventinovenne statunitense della Jumbo-Visma, è il vincitore della Vuelta a España 2023. L’ha vinta, forma attiva del verbo: non gliel’hanno «fatta vincere».

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[Glasgow 2023] Non si sa mai

Si pensa spesso che lo sport possa rappresentare una metafora, per quanto confusa, della vita. E che questa affinità risalti ancor più nel ciclismo, con il suo essere materia di strada, di sacrificio, di costante confronto con la sorte. Nel 2023 di Lotte Kopecky il ciclismo e la vita si sono fusi, compenetrati nella loro drammaticità, ma anche dati cambi regolari, spinti a vicenda fino in cima al mondo.

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