Ai 50 dalla fine, quando ormai ero staccato e sapevo di aver perso la maglia, c’è stato un momento in cui mi sono ritrovato completamente da solo. C’era solo una moto davanti a me, e nient’altro.

In quei cinque minuti da solo ho riordinato i pensieri e realizzato quello che è successo in questi due-tre giorni. Abbiamo fatto qualcosa di bello, abbiamo scritto un po’ di pagine di ciclismo che credo rimarranno nel cuore di tanti, di sicuro nel mio.

Se n'è accertato: stavolta non lo svernicerà nessuno, né a destra né a sinistra. Solleva entrambe le braccia dal manubrio, forse troppo bruscamente, per un attimo sembra barcollare, è troppo stanco per celebrazioni elaborate. Rimette le mani sul manubrio

Dal lungomare di Cattolica sale una brezza discreta, piacevole, leggera al punto che gli ombrelli rosa sospesi tra gli alberi di Via Fiume nemmeno accennano a ondeggiare. Sta per arrivare il Giro. Si attende in piedi sui marciapiedi, si chiacchiera seduti tra i tavolini dei bar. Uno scroscio di pioggia, il sole che fa la sua comparsa, sorrisi e gelati.

Piove forte sull’Appenino emiliano. Dalla cura ricostituente che è il Giro sembra sia stata momentaneamente sospesa la somministrazione di vitamina D. In fuga ci sono il danese Juul-Jensen, di nome Christopher, e l’estone Taaramäe, di nome Rein. Mi sta simpatico Taaramäe. 

Una stazione di servizio emerge come un miraggio dalla bruma. Due aironi banchettano in una risaia, un altro è a mezz’aria. Un lungo rettilineo, un restringimento, un semaforo, un paese. Scuole negozi bar. Un viale in lastricato. Poi di nuovo il nastro d’asfalto, un altro, forse un’appendice di quello di prima.

Dopo quasi un inverno intero in Islanda, sto facendo rotta verso sud. Nel ridente scalo di Francoforte mi accolgono sole, non un filo di vento, 14 gradi. Ed è subito Tenerife.

Sono passati meno di duecento giorni dalla fine del precedente Giro d’Italia all’inizio di questo. Sembra ieri che Ganna vinceva una cronometro al Giro… invece è oggi. Anzi, a voler essere precisi è sia ieri (nel senso dell’ultima tappa del Giro 2020, il 25 ottobre) che oggi (nel senso di oggi, l’8 maggio).

"Vie di fuga - Sogni e strade di ciclisti che se ne vanno" arriva oggi in (quasi) tutte le librerie. È il nostro omaggio a tutti quei corridori che preferiscono trascorrere i loro pomeriggi in fuga, sfidando un destino che appare sempre già segnato. Oggi vi presentiamo un estratto dall'introduzione, "Il fascino discreto dell’improbabile", scritta da Leonardo Piccione. 

 

La Liegi-Bastogne-Liegi 2021 sta tutta - o quasi: ci perdoneranno i fuggitivi e quelli della Ineos, che ne hanno animato tutta la parte finale alternandosi negli attacchi ma portando a casa la miseria di un 11° posto, con Kwiatkowski - sta tutta dicevamo nell’immagine del gruppetto dei migliori all’imbocco dell’ultima curva. In testa Alejandro Valverde, 41 anni oggi.

Da oggi è possibile ordinare il nostro nuovo libro Vie di fuga. Sogni e strade di ciclisti che se ne vanno. Per l'occasione vi sveliamo in anteprima il sommario, con i titoli dei diversi contributi e gli autori.

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